Alcuni vini possono narrare storie antiche, perché antiche sono le loro origini, le tradizioni e la cultura in cui si radicano.
Siamo nel regno del mito e della leggenda, terra suggestiva e incantevole definita
“la diletta patria” della civiltà elleno-latina.
Goethe disse: “è qui che si resta sbalorditi fra gli avvenimenti della storia e della natura”.
I Campi Flegrei, zona ardente campana, sono un territorio vitivinicolo unico.
Un museo archeologico a cielo aperto immerso tra crateri spenti e terreni coltivati, in un paesaggio dolce e vario, con quel magma sottostante che dona fertilità alla terra e brio al vino, il tutto aiutato da un clima mite, ideale alleato della viticoltura.
La natura vulcanica della zona è celata anche nel nome del territorio: Flegreo deriva dal greco phlegraios che vuol dire ardente, come ardente fu l’attività del vulcano flegreo sino alla sua devastazione.
Proprio la natura vulcanica del territorio caratterizza ed alimenta un antichissima cultura del vino.
Sono proprio le terre su cui crescono le viti il valore aggiunto del vino Flegreo: viti originali con 3000 anni di storia coltivate a piede franco perché immuni alla fillossera.
Il terreno vulcanico è ricco di ceneri, lapilli, pomici, tufi e microelementi capaci di donare ai vigneti aromi e sapori assolutamente particolari ed unici, il tutto aiutato da un clima mite: l’ideale per la viticoltura.
L'Originalità Flegrea
La storia della vite e del vino nella penisola italica ha radici profonde, risalendo agli Etruschi prima ed ai Greci e Romani poi.
La Campania ha rappresentato da sempre uno dei più importanti centri per lo sviluppo e l’evoluzione enologica: uno dei territori di maggior fascino e interesse è sicuramente quello dei Campi Flegrei.
Per comprenderne meglio l’importanza ed il valore aggiunto che hanno i vini qui prodotti, bisogna andare indietro fino alla metà dell’ottocento.
Durante quel periodo i vigneti italiani ed europei furono largamente danneggiati da un insetto, la fillossera, proveniente dall’America settentrionale.
Questo parassita attacca e distrugge le radici delle viti ma risparmia alcune specie di viti americane. Dopo studi e ricerche, si giunge alla conclusione di innestare le radici delle viti nostrane su quelle della vite americana, immune dall’attacco dell’afide.
Così furono salvati i vigneti, anche se la tecnica di innesto inevitabilmente ha già portato o porterà ad una variazione genetica nella vite.
L’unicità del territorio Flegreo si manifesta tutt’oggi nella sua originalità data da 3000 anni di viti ancora in attività, 3000 anni di viti a piede franco.
La natura sabbiosa del terreno, oltre a quella vulcanica dei Campi Flegrei, disseminati di solfatare hanno protetto le viti dall’attacco dell’insetto ed il risultato è l’originalità genetica di antiche viti e la coltivazione a “piede franco”, ciooè senza innesto.
Il risultato è che i vini qui prodotti mantengono le caratteristiche e gli aromi varietali di 3000 anni di storia.